Vento d'Europa su karcelona
Written by Pedro Rossi   

[castellano]

Oggi (lunedì 6/2) nel primo pomeriggio siamo arrivati finalmente a Torino, la prima delle tappe del nostro tour; nei prossimi giorni inizieremo a preparare a prima festa che avrà luogo sabato al Paso. L’emozione di avere iniziato il tour, e l’allegria di incontrare gli amici di Torino, si mescolano oggi nei nostri cuori con lo sconforto e la rabbia per i fatti avvenuti negli ultimi giorni a Barcellona. Ebbene sì, la nostra partenza non è stata affatto facile e abbiamo lasciato alle nostre spalle una situazione repressiva delle più gravi che abbiamo mai vissuto!

 

Già da diversi mesi nelle città di Barcellona si respira un’atmosfera sempre più lugubre. Vari fattori hanno contribuito a questo cambio di facciata, che sta trasformando una città “progressista” e dalle tendenze liberali, satura di buonismo e tolleranza, in un’altra fortezza europea dell’ordine. Tra questi fattori ce ne sono alcuni che spiccano sugli altri e ci colpiscono in special modo.

 

Per cominciare, la virulenza con la quale le istituzioni si sono dedicate negli ultimi mesi a sgomberare case occupate. Il numero di sgomberi compiuti in quest’autunno-inverno e’ arrivato a volte a toccare punte di 4-5 alla settimana; i politici di tutti i colori vogliono evidentemente farla finita con l’immagine scomoda di “Barcellona, capitale europea delle occupazioni”, che così poche entrate apporta alle casse municipali.

 

D’altra parte, è stato portato a termine il così tanto ansioso e pubblicizzato “rilievo” degli operativi della polizia nazionale in Barcellona, da parte del nuovo e rilucente gioiello della Generalitat de Catalunya: i “Mossos d’Esquadra”, la polizia nazionale catalana. Se alcuni si illudevano ancora che il peggioramento del trattamento dei cittadini, l’aumento della violenza e dell’impunita’, l’incremento delle aggressioni poliziesche non sarebbero stati così drammatici con l’entrata in scena della polizia autoctona, sono bastati pochi mesi per dissipare qualsiasi dubbio.

 

In questo clima già di per sé opprimente, il comune di Barcellona ha scatenato una campagna di propaganda ossessiva per promuovere il nuovo e totalitario valore morale “über alles”: il “civismo”, il comportamento del cittadino modello. Qualsiasi atto che risulti sgradito alle autorità, dallo sputare per la strada al non pagare il biglietto della metro, infrange questo valore supremo e,  per tanto, è sufficiente per generare una feroce risposta repressiva.

 

Non e’ questo il luogo per intraprendere un’analisi delle ragioni dietro tale manovra; però senza dubbio tutti noi che viviamo e attuiamo a Barcellona secondo valori differenti da quelli promossi dallo Stato, abbiamo sofferto in questi ultimi tempi le sue conseguenze; se la violenza poliziesca e la brutalità hanno accompagnato da sempre la quotidianità di chi si ribella al sistema, adesso ci troviamo davanti a un vero e proprio salto di qualità e la strategia poliziesca punta direttamente al terrore.

 

Un chiaro esempio del “nuovo ordine” imperante nella capitale catalana è quello che è successo nel barrio di Sant Pere, nella città vecchia, a partire dalla notte del venerdì fino alla domenica 5 di febbraio. Uno scriteriato intervento della polizia municipale e dei mossos d’esquadra per porre a termine una (pericolosissima!) festa in una casa occupata, si è concluso con brutali cariche di polizia, nove arresti e un agente dei vigili urbani in coma. Le circostanze del ferimento del poliziotto rimangono molto poco chiare agli stessi agenti, che hanno cambiato spettacolarmente la versione dei fatti passando da una prima (“l’agente fu colpito alla testa da un oggetto lanciato dalla casa dove si stava celebrando la festa”) a un’altra del tutto incompatibile (“l’agente fu colpito da una pietra, lanciata da una delle persone che furono arrestate la stessa notte”). Chi ha potuto osservare da fuori le cariche e le detenzioni e’ rimasto attonito davanti alla selvaggia bestialità con la quale quattro, cinque o più sbirri per volta si sfogavano su ragazzi buttati al suolo, impegnati nel vano tentativo di proteggersi testa, genitali, addome dalle manganellate e dai calci.

 

Ma al sadismo dei corpi di polizia non è bastata la notte del venerdì. Il giorno dopo, un intero quartiere si è risvegliato incredulo come in un incubo. Le strade erano pattugliate da antisommossa dei mossos d’esquadra, i quali durante tutta la giornata si sono dedicate a individuare persone a caso con “aria da squatter” per portarle in qualche angolo oscuro dove minacciarle, insultarle e picchiarle.

 

 

Noi del 270beat ci trovavamo il sabato nel quartiere in questione, di fronte a un’altra delle case occupate della città vecchia. All’imbrunire, siamo stati obbligati da un gruppo di 5 antisommossa ad accompagnarli in un angolo oscuro tra due furgoni di polizia. Già ci stavamo rendendo conto della situazione, quando sono iniziati i colpi e gli insulti: l’ingegno sadico dei giovani bluvestiti si è rivelato in perle come: “ti ammazzo con un colpo, figlio di puttana! Vuoi che lo faccio qui o che ti porti in una discarica?”; o “ ti rompo le dita una a una” e simili. Gli zelanti agenti hanno provveduto anche a sequestrarci tutto il denaro che avevamo addosso; dopo tutto, come assicurarsi che lo avevamo guadagnato legalmente? Per nostra disgrazia, avevamo appena riunito tutto il denaro necessario per il viaggio, così che gli agenti hanno potuto rimpinguare per bene il loro salario già di per sé affatto disprezzabile.

 

Le cose sono chiare, se hanno trattato in questo modo noi che stavamo per strada, che cosa staranno facendo in commissariato alle persone detenute? Al momento attuale sappiamo dagli avvocati alcuni dettagli truculenti sulle torture fisiche e psicologiche che hanno sofferto, però come sempre, quello che esce fuori è solo la punta dell’iceberg.

 

Perché stiamo raccontando tutto questo nel nostro blog? Noi in quanto 270beat ci dedichiamo a organizzare feste , non solo per divertirci, ma anche come una delle molte maniere di criticare la società della paura, della repressione, della brutalità poliziesca. In questi giorni, mentre staremo montando, suonando e ballando, i nostri cuori saranno con i nostri amici che se la stanno passando fatale,  nei commissariati, nelle prigioni e nelle strade. Noi come loro sogniamo una vita senza autorità, senza repressione, senza politici e senza polizia… e, naturalmente, con molta festa e molto amore.

 

 

 

C’E’ UN CONTO APERTO PER AIUTARE NELLE SPESE LEGALI  I TRE DETENUTI, due dei quali sono ingiustamente accusati di tentato omicidio:

IBAN: ES66 2100-3002-01-2105267123  titolare: Mariana Lanza Huidobro